Hai salvato mia figlia: “Voi calabresi persone uniche e meravigliose”. Vi ringrazierò a vita.

Rischiava di morire: la mamma aveva un sangue troppo raro che produceva pericolosi anticorpi che avrebbero potuto danneggiare il suo corpicino.

Grazie a Dio non c’è stata nessuna complicazione ed è stato possibile fare trasfusioni di sangue direttamente in utero.

Paola (nome di fantasia), sta benone. Non avrà alcuna conseguenza da questa brutta avventura, grazie anche al lavoro della Banca del sangue raro.

Tutto inizia quando una donna si rivolge ad una clinica per la sua gravidanza.

I primi esami, però, mostrano subito che qualcosa non va.

Tradotto? E’ in grosso pericolo la piccola che porta in grembo. C’è però un problema ulteriore: ha un tipo di sangue molto raro.

Al centro trasfusionale del Policlinico di Milano, però, c’è la Banca di emocomponenti di gruppi rari.

Grazie a controlli incrociati si trova “un unico donatore”, calabrese di nascita.

Questa persona donava il sangue periodicamente all’Istituto Nazionale Tumori, ed è stato convocato con urgenza per chiedergli una donazione dedicata nel nostro centro trasfusionale”.

Il donatore accetta immediatamente di dare una mano, e così il prezioso sangue raro viene recuperato.

Mamma e figlia sono salve.

Alla 36esima settimana la bimba viene fatta nascere con taglio cesareo: tutto si svolge per il meglio, “e fortunatamente né la piccola né la sua mamma hanno avuto bisogno di ulteriori trasfusioni.

Vai Francesco (nome di fantasia), siamo orgogliosi di avere calabresi come te. ↓

 

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