Una bidella delle scuole elementari è finita sotto processo con l’accusa di aver picchiato un bimbo disabile che non voleva fare la pipì. La donna, 47 anni, dovrà rispondere del reato di abuso di mezzi di correzione o di disciplina nei confronti della vittima che, all’epoca dei fatti, aveva appena 7 anni.
Dal comportamento della donna, riassume il pubblico ministero nel capo d’imputazione, è derivato «un pericolo di malattia nel corpo o nella mente» dell’alunno, affetto da un ritardo globale dello sviluppo. In base all’accusa, mentre era in bagno con il bimbo che non voleva fare la pipì e aveva cominciato a piangere e dimenarsi, la donna lo avrebbe forzato, «strattonandolo, prendendolo per il collo da dietro e facendogli sbattere la testa contro il muro». (continua) ↓
Non solo: la donna avrebbe proseguito dandogli «pizzicotti sul braccio, tanto che il pianto e le urla del piccolo richiamavano l’attenzione dell’insegnante di sostegno, che entrava nel locale e lo prendeva in braccio».
«Quel giorno, intorno alle ore 12», ha raccontato l’insegnante, «ho visto la bidella prendere per il collo il bimbo e gli ha detto: “ho detto a tua madre di educarti bene, ma lei mi ha ignorata ed io ora mi vendico».
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