Come riportato da Repubblica, la morte di Gerry è una di quelle che abbiamo sentito troppe volte nel nostro Paese, lacerato da una piaga sempre più in espansione, che non accenna a rimarginarsi. Parlo delle morti sul lavoro.
Un padre, il padre di Girolamo Tartaglione, vittima del lavoro, ha scritto una toccante lettera a Repubblica.
Inizia così la lettera, per poi proseguire: “Un padre che diventa impotente di fronte al destino infame che te lo porta via, lo strappa da te per la leggerezza, il menefreghismo, la disattenzione di qualcun altro. Ciao figlio mio, vola con gli angeli.
Un giorno ci reincontreremo. Ciao Gerry ti amo”. Girolamo Tartaglione, 31 anni, aveva lasciato la sua città, Foggia, per raggiungere Manuel, suo fratello più piccolo, sposato con Nicoletta e con un figlioletto di anni, il piccolo Maurizio.
Gerry, come tutti i suoi amici lo chiamavano simpaticamente, aveva trovato lavoro in una fonderia di Pontevico, in provincia di Brescia. Proprio all’interno dello stabilimento, ha perso la vita, travolto dalla piastra di colata.
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