14 cose che fanno arrabbiare un calabrese a tavola.

Alta cucina. In Calabria l’espressione nouvelle cuisine o alta cucina è solo un agglomerato di sillabe dal significato oscuro e sicuramente poco rassicurante, soprattutto in termini di sostanza. La vita in Calabria si misura con la quantità e questa non scende mai sotto i 200 grammi, se si tratta di pasta .Va semmai a salire. Non esiste l’eccesso, perché tutto è “buono e benedetto”.

 Il pane è salato. E’ certezza incontrovertibile. E’ il significato gastronomico de’ “la terra gira attorno al sole”. Il contrario non è contemplabile e sarebbe davvero preso in Calabria come eresia. I cosi bboni hannu e d’essara cunduti (le cose buone devono essere condite!).

Peperoncino a go go. Al primo posto della Tavola delle Leggi c’è il comandamento: “non c’è altra spezia al di fuori del peperoncino”. Non smonterete mai il credo di un calabrese. ↓

Non c’è morzeddhu senza pitta. Se volete stupire un calabrese o onorare le sue radici cucinando il morzeddu – pilastro della tradizione gastronomica catanzarese e monumento assoluto– non dimenticate mai e poi mai di servirlo nella pitta.
Robe di Pizzo. A proposito del gelato tartufo, non fate la gaffe di dire che è il dessert inventato da una nota azienda specializzata in gelati confezionati. Il tartufo è solo ed esclusivamente quello delle gelaterie di Pizzo. Punto e basta.
Salumi e buoi… Fare dono delle specialità della propria terra è oramai usanza trendy. Non provate a regalare però ad un calabrese un salume. Più che un’offesa verrebbe accolta come un’onta. Il salume è l’orgoglio calabrese.
Parmigiana di melanzane. Quando arriva l’estate, tra un tuffo e l’altro, il calabrese doc onora la tradizione di tirare fuori dalla borsa del mare la parmigiana di melanzana, che si trovi sulla spiaggia, sugli scogli o sulla barca. Sotto il sole, snack migliore di questo non ce n’è. Non provate a sostenere che la frutta o un ghiacciolo siano un’abitudine più sana, sareste bollati come quelli che non capiscono niente.
Le Rosse. Per il calabrese esiste un solo tipo di cipolla: quella rossa di Tropea. Provate a contraddirlo.
L’omaggio. Se non volete incorrere in incidenti diplomatici, non rifiutate mai qualsiasi cosa possa offrirvi un calabrese in segno di ospitalità, che sia il liquore alle 10 del mattino o il peggiore dolce fatto in casa. Cercate di accondiscendere eroicamente, non è consigliabile urtarne la sensibilità.
Pane rovesciato. E’ una superstizione diffusa nella nostra Penisola, in Calabria però il pane rovesciato a tavola è un segno di sciagura da codice rosso, da pronto intervento del 118, da esorcista.
MAI e poi “MAI” diluire il vino. Con acqua, aranciata, sprite o qualsivoglia bevanda… Altro che da 118. È da jestima!! Offesa gravissima.
Olio. Ebbene sì, quello calabrese è il migliore del mondo. Tenetelo bene in mente quando parlate con un calabrese e l’argomento si sposta sul tema agroalimentare.
Ci siamo dimenticati qualcosa, amici calabresi?  fonte: agrodolce.it

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