In Calabria il prelibato vino dei profeti. Un vitigno autoctono raro dal sapore soave.
È uno dei più antichi vitigni autoctoni della Calabria, importato agli inizi del VII secolo a. C.
Il Mantonico bianco è diffuso soprattutto nel comune reggino di Bianco, qualche traccia è presente anche più a nord della fascia ionica, nei comuni di Casignana, Locri, Palizzi e Monasterace, fino a toccare la Valle del Neto, nel Marchesato crotonese.
Il suo nome deriva dal greco “mantonicus”, che significa “profetico”, e sta a indicare il potere di divinazione che aveva chi ne beveva in abbondanza.
Il grappolo ha dimensioni di media lunghezza, è compatto, in genere con estremità arrotondata.
L’acino è medio o medio-piccolo, ellissoidale lungo con ombelico evidente.
La buccia è di medio spessore ma molto resistente, ben pruinosa e di colore giallo-verde. La polpa ha scarsa consistenza. ↓
Il Mantonico bianco presenta ottima resistenza al freddo invernale e alla siccità estiva, ben si adatta ai terreni argillosi salini e ha una media tolleranza alla peronospora e all’oidio.
Molto sensibile alle scottature da zolfo, ha un grappolo facilmente soggetto al marciume e pertanto predilige terreni asciutti.
Le uve sono dotate di buona acidità, vengono usate solo per la vinificazione e danno origine con successo a spumanti secchi e passiti di ottimo corpo.
Si adattano molto bene all’appassimento in pianta oppure, dopo la raccolta, al sole o in locali condizionati.
Presenta colore giallo paglierino con riflessi ambrati, sentori di frutta secca e albicocca, è molto fresco, dal sapore dolce ed equilibrato.
Ottimo a fine pasto insieme a formaggi stagionati o a dolci di pasticceria secca, come i mostaccioli. ↓